No Toast goes to Cambogia

 

PERIODO: da Novembre ad Aprile

DURATA: 15 giorni

MEZZO DI TRASPORTO: aereo – autobus

BUDGET: medio

 

La Cambogia è la perla del Sud Est Asiatico, ex colonia francese permeata dal fascino millenario dello splendore dell’impero khmer e ancora incontaminata in gran parte dal turismo di massa e ondata di globalizzazione che uniforma pensieri, popoli e paesi.

Immersa nel verde della giungla che si estende fino a lambire le bianchissime spiagge della costa, questa piccola nazione martoriata da decenni di guerre e dittature vive nella semplicità di un sorriso sempre presente nei volti delle persone e nella calma buddhista che è intrinseca in loro.

 

DURATA

Il minimo indispensabile richiesto per girare questo piccolo staterello è di 10 giorni (per toccare le mete principali e spostarsi con voli interni), altrimenti per un viaggio più completo sono meglio due-tre settimane.

 

MEZZO DI TRASPORTO

Ovviamente dovrete prepararvi ad affrontare un volo intercontinentale di molte ore e con molti scali per giungere a Phnom Penh, capitale cambogiana ancora poco servita dalle compagnie aeree; e, devo dire, per fortuna! Perché è indice di un turismo non ancora massivo, nonché di un piccolo ostacolo che solo chi è veramente convinto di voler scoprire questo paese è disposto ad affrontare.

Le alternative sono sostanzialmente due:

  • volare su Bangkok, con un solo scalo e con la possibilità di trovare offerte a buon mercato, e poi attraversare il confine via terra mediante autobus: consigliato per chi ha più giorni a disposizione e ha spirito di adattamento (suggerimento: tenete in considerazione una lauta “ricompensa” per le guardie di frontiera, solitamente avvezze ad arrotondare il loro stipendio sulle spalle dei poveri viaggiatori occidentali).
  • volare su Phnom Penh, facendo due scali (uno solitamente è solo tecnico)

 

Poi, c’è la terza alternativa: avere fortuna e, come noi, trovare un volo da Malpensa con uno scalo, a Seoul, con la Korean Air! Prezzi abbordabili, comfort di volo elevato (con possibilità di pasto senza glutine) e una sorpresa per gli scali lunghi (che vi spiegherò prossimamente in un altro articolo).

 

Per quel che riguarda, invece, gli spostamenti interni alla Cambogia, da bravi viaggiatori zaino in spalla abbiamo optato per un abbattimento del budget di viaggio muovendoci on the road con autobus cambogiani, mini-van e pullman notturni di ogni genere. Le compagnie locali sono tante, in particolare consiglio Giant Ibis (un night bus di livello VIP con letti matrimoniali a castello, coperta e cuscino compresi, prese elettriche, Wi-Fi e aria condizionata!), Mekong Express, CTT Transport e Cambodia Post, tutti acquistabili sui loro siti o su www.bookmebus.com. Avendo noi già un’idea abbastanza precisa di itinerario, abbiamo prenotato dall’Italia molti spostamenti, e si è rivelato essere un grandissimo vantaggio! Meglio investire 1$ in più per la prenotazione, ma avere la sicurezza del proprio posto e soprattutto evitare di girare per la Cambogia con una mazzetta di banconote (sì, perché c’è da dire che sono davvero pochissimi i posti che accettano carte di credito, e meglio non affidarsi agli ATM presenti esclusivamente nelle zone più turistiche!).

 

ALLOGGIO

Guesthouse e ostelli sono stati i nostri alloggi preferiti. Grazie ad Agoda (www.agoda.com) abbiamo trovato tantissime offerte di camere con aria condizionata in location perfette per il nostro standard a prezzi stracciati! Tenete a mente però che nella zona dei templi di Angkor (Siem Reap) per dormire in una camera confortevole è necessario investire di più rispetto alla splendida Battambang, cittadina coloniale lontana dai tour organizzati (dove con meno di 10$ abbiamo alloggiato in una camera con aria condizionata di una bellissima guesthouse con piscina!).

 

 

Ma ora parliamo di quello che la Cambogia ha da offrirvi: volete fare un viaggio culturale? Siete amanti di storia? O non vedete l’ora di perdervi nella natura selvaggia tra migliaia di specie animali variopinte? Oppure non desiderate altro che sorseggiare acqua di cocco in una spiaggia caraibica? Nessun problema, questo piccolo tesoro dell’Indocina è pronto ad offrirvi tutto quello che desiderate, e molto altro ancora!

 

HIGHLIGHTS

PHNOM PENH: TRA STORIA E MODERNITA’

Partiamo dalla capitale, dove probabilmente atterrete (avendo il più grande aeroporto internazionale del paese). Sinceramente, è una città che merita uno o due giorni al massimo per essere visitata. Nel caos del traffico perenne, che genera una coltre di smog sui sontuosi palazzi governativi, sarete totalmente storditi da Phnom Penh e dai suoi abitanti, che sembra non dormano mai. Non lasciatevi però sopraffare dall’impressione iniziale, sicuramente poco positiva, e lasciatevi invece incuriosire dal primo contatto con la Cambogia.

Partiamo dal Palazzo Reale, la maggiore attrazione della capitale, che nonostante il prezzo un po’ eccessivo del biglietto (20$) vi incuriosirà nei confronti di una cultura e un’architettura così lontana da quello a cui il nostro occhio occidentale è solitamente abituato. Lasciatevi poi cullare dalla folla circostante di venditori ambulanti e passanti, che popolano la riva del grande Mekong offrendo in voto a Buddha fiori e incenso.

Non abbiamo avuto modo di visitarlo, ma già dall’esterno il Museo Nazionale sembra proprio meritare una visita, con la sua collezione di statue del periodo khmer che è la più grande del mondo. Inoltre, è anche possibile assistere a uno spettacolo di danza tradizionale, un po’ turistico ma sicuramente interessante.

Se invece siete pronti ad immergervi nel caos della città, allora è il caso che vi addentriate tra le bancherelle e i cunicoli del Russian Market, enorme mercato coperto in lamiera in cui vi perderete tra venditori di stoffe, bancherelle del pesce, meccanici di motorini e artigiani locali. Un vero tripudio di colori e odori, perfetto per acquistare i souvenir da portare a casa (ma ricordatevi di contrattare sempre il prezzo!).

La storia recente di Phnom Penh è tremenda, ma necessaria da conoscere anche per capire questo popolo gentile che ha sofferto così tanto nel corso del secolo appena passato. Se volete approfondire di più questo aspetto c’è il museo del genocidio Tuol Sleng.

 

 

BATTAMBANG E IL COLONIALISMO FRANCESE

Fuori dalle tradizionali rotte turistiche che passano per la Cambogia c’è la cittadina di Battambang, al confine con la Thailandia. Qui l’impronta del colonialismo francese è più presente che mai, ed emana dall’architettura degli edifici sul lungofiume ai pochi cittadini occidentali presenti, tutti francesi.

È uno spaccato della Cambogia puro e semplice, senza filtri e per questo semplicemente bellissimo.

 

 

SIEM REAP: LA PORTA D’ACCESSO ALLE ROVINE DI ANGKOR

Altra città importante della Cambogia è Siem Reap, nella parte Nord-occidentale del paese. Fatta costruire appositamente per creare un appoggio ai visitatori del Parco Archeologico di Angkor, non offre altro che una quantità sconsiderata di alberghi, guesthouse, ostelli e resort, oltre che ristoranti di ogni genere e negozietti dove perdersi dopo una lunga giornata di visite dei templi.

Prendete nota: considerando il prezzo esorbitante di accesso al Parco (37$ per un giorno, 62$ per 3 giorni – il minimo indispensabile per goderselo tutto), sarà difficile trovare ottimi rapporti qualità/prezzo come altrove. Ma non temete, si tratta comunque di cifre che ai nostri occhi occidentali non risulteranno mai alte!

Ma veniamo al dunque: il motivo per cui tutti i viaggiatori del mondo si avvicinano, almeno all’inizio, alla Cambogia. Le rovine di Angkor, candidate tra le 7 Meraviglie del mondo moderno, sono uno spettacolo indescrivibile, un’esperienza unica al mondo e senza paragoni. Provate a pensare: un’intera civiltà abbandonata, lasciata in balìa della forza sovrastante della giungla, che ha fagocitato i resti di palazzi, templi e strade per fondersi con essi e diventare un unicum.

E così, tra il fitto della giungla (ancora ben presente nonostante si sia cercata di domare per costituire accessi e vie per i visitatori) sbucano guglie di pietra grigia e rossa e volti ancora perfettamente conservati dei sovrani che più di mille anni fa hanno dominato su queste terre.

 

Nei 3 giorni a disposizione per esplorare ogni angolo di Angkor avete la possibilità di godervi lo spettacolo di Angkor Wat, a cui dedicherete la prima giornata: sì, perché tra la biglietteria a 3 km dall’accesso al Parco e le distanze enormi tra i vari luoghi tenete conto di perdere ore e ore. Senza contare la fila tremenda per accedere all’edificio principale di Angkor Wat e salire in sommità. Vale la pena solamente per la vista mozzafiato sulla macchia verde circostante.

(Noi addirittura, viaggiatori temerari e anche un po’ sprovveduti, abbiamo avuto la brillante idea di farcela in bici il primo giorno, tra il caldo soffocante e l’umidità al 100%, inutile dire che abbiamo rischiato il collasso più volte!)

Il secondo giorno, invece, potete cimentarvi nell’esplorazione minuta dei templi, percorrendo il circuito “grande” di 26 km, toccando 9 edifici (uno più bello dell’altro!) conservati nella loro quasi totale integrità nonostante gli alberi vi siano letteralmente cresciuti sopra, altro esempio lampante di quanto la natura sia inesorabilmente più forte dell’uomo. Una chicca: l’alba ad Angkor Wat. Preparatevi a orde di turisti (in quanto è presente in ogni pacchetto che si rispetti) e più di un’ora di attesa (a questa latitudine il sole è un po’ più pigro e ci impiega un’eternità a salire dall’orizzonte) per uno spettacolo che vi lascerà letteralmente senza parole. Piccolo suggerimento: gli autisti di tuk-tuk, abituati al turismo di massa che assale questi luoghi sacri tendono sempre a gonfiare i prezzi, ma si aspettano anche che la gente ribatta contrattando un po’. Noi per il tour “grande” comprendendo l’alba ad Angkor Wat (con partenza dalla nostra guesthouse alle 5 di mattina e rientro a mezzogiorno) abbiamo concordato 20$. Non fatevi fregare 😉

L’ultimo giorno di visite è stato dedicato ai due edifici più noti (dopo Angkor Wat), e per questo presi maggiormente d’assalto: il Ta Prom, noto per essere “il tempio degli alberi”, dove qui più che altrove la giungla si è ripresa quello che la civiltà di Angkor le aveva tolto (famoso anche per essere stato il set di Tomb Rider) e il Bayon, ovvero “i 200 volti del re”, per le innumerevoli riproduzioni identiche del volto del sovrano che ha fatto costruire questo tempio per poter governare sulle 200 provincie del suo impero.

 

Per il resto, le foto parlano per questo luogo meraviglioso e magico.

 

 

 

IL MARE CARAIBICO DI OTRES E LE ISOLE DI KOH RONG E KOH RONG SAMLOEM

Quello per cui la Cambogia non è ancora nota ai più è il mare cristallino e le distese di sabbia bianchissima che si estendono lungo il piccolo lembo costiero. Da Sihanoukville, il maggiore porto del paese (e per questo un luogo adatto solo come punto di arrivo o partenza per altre destinazioni), proseguendo verso Est per una decina di km (potete farlo tranquillamente in tuk-tuk per 5$!) si giunge in un’oasi di pace, intaccata solo da qualche resort che si affaccia direttamente sul mare: Otres Beach.

A qualche centinaio di metri verso l’entroterra, in una stradina brulicante di lucine, guesthouse colorate e volti sorridenti troverete Otres Village, un luogo dimenticato anche dal tempo, e per questo amato dalla nuova generazione di hippie che da ogni parte del mondo si ritrovano in questo luogo sperduto e bellissimo.

Che vogliate il comfort di una bella stanza vista mare a un prezzo abbordabile, o che preferiate l’atmosfera vivace e leggera di un villaggio alternativo per un alloggio low budget, qui a Otres rimarrete comunque soddisfatti! Anche perché, in fondo, quello che conta veramente è la possibilità di tuffarsi in queste acque cristalline e sorseggiare un bel cocktail di fronte al sole che sprofonda negli abissi e infuoca l’orizzonte.

 

E che dire delle splendide isole di Koh Rong e Koh Rong Samloem, a meno di un’ora di navigazione con una veloce quanto spericolata imbarcazione che solca le onde dell’Oceano Indiano.

Se la prima è più grande e servita, la seconda è una vera e propria chicca ancora in gran parte incontaminata.

Abbiamo alloggiato a Koh Rong presso la Coconutbeach, porticciolo isolato rispetto al resto dell’isola, in un lembo di sabbia finissima (che sembra farina!) dove si affacciano giusto qualche bungalow e alcune tende letteralmente sulla spiaggia. Un’esperienza stupenda che permette di vivere veramente un paio di giorni di stacco dal resto del mondo, in totale pace con se stessi e con la natura circostante. Per raggiungere questa spiaggia? Semplice: sul cassone di un trattore!

La sorellina minore, Koh Rong Samloem, è (se possibile) ancor più isolata e selvaggia, tanto che dovrete dimenticarvi di avere un telefono e una connessione Wi-Fi: nelle guesthouse dicono di averla, ma non prende praticamente mai, ed è meglio così!

Qui invece abbiamo dormito presso la M’Pai Bay, un paesino di pescatori e guesthouse a buon mercato affacciate direttamente sul mare. Un’atmosfera giovane di condivisione con altri backpackers come noi, che ci ha fatto innamorare di questo posticino a tal punto da riprometterci di tornarci il prima possibile.

 

 

KAMPOT E KEP: DALLE COLTIVAZIONI AL FASCINO COLONIALE

Come direbbero i colleghi anglosassoni: last but not least…la provincia di Kampot, al confine col Vietnam, è la perfetta conclusione di un viaggio volto a comprendere questo paese e il suo splendido popolo.

Nota per le sue coltivazioni di pepe (unico prodotto cambogiano ad avere il titolo di IGP), è una vivace cittadina, dove ancora si vedono i segni (positivi) di un colonialismo francese che ha portato questa regione al suo momento di massimo splendore. Imbattibile il tramonto sul fiume, al termine di una giornata alla scoperta della produzione di pepe.

Doppio consiglio:

  • noleggiate uno scooter e perdetevi tra i sentieri di terra battuta rossa, godrete di uno spettacolo della natura impareggiabile
  • andate a visitare La Plantation, piantagione di pepe (e non solo), che offre tour e degustazione gratuita in lingua inglese e francese, organizzata da bravissimi ragazzi cambogiani, e farete anche del bene: parte del ricavato è devoluto a finanziare borse di studio per studenti meritevoli!

 

 

DOVE MANGIARE

 

PHNOM PENH

COLAZIONE/BRUNCH

ARTILLERY (Street 244): Nascosto in un coloratissimo vicolo cieco, vi sembrerà di essere in Provenza. Nel menù sono segnati i piatti senza glutine, tra cui queste fantastiche crêpes 🙂

 

 

MUSE CAFÉ & LOUNGE (Street 178): Ottima posizione tra il Royal Palace e il Museo Nazionale, offre colazioni continentali e comode sedute sulla strada dove rilassarsi.

 

 

PRANZO

FRIENDS (Street 13): Non l’abbiamo provato personalmente, ma è parte di una catena di ristoranti-scuola il cui ricavato è devoluto per togliere i bambini dalla strada e liberarli dal lavoro minorile. Questo in particolare sembra particolarmente adatto a un pranzo veloce, offrendo un menù di tapas molto vario!

 

SESAME NOODLEBAR (Street 460): Vicino al Russian Market, è l’ideale per riposarsi dopo una sfiancante sessione di shopping! Il personale è attento al senza glutine, i noodles adatti ai celiaci sono i glass noodles fatti con amido di mais, buoni e leggeri.

 

CENA

FCC / FOREIGN CORRESPONDENT CLUB (Preah Sisowath Quay): Storico locale affacciato sul Mekong, vale la pena passarci una serata e godersi la vista sul lungofiume. Lo staff è informato sulle proposte senza glutine che offrono, ma con il curry andate sul sicuro.

 

ROMDENG (Street 174): Altro locale della catena di ristoranti-scuola, questo è più adatto alla cena in quanto offre sia un menù più consistente, in un’atmosfera molto piacevole. Da provare il loro fish amok (piatto tipico khmer), particolarmente piccante!

 

BATTAMBANG

CENA

JAAN BAI (Street 2): delizioso locale franco-khmer che offre lavoro ai ragazzi cambogiani oltre che sostegno economico alla Cambodian Children’s Trust, che si occupa del problema degli orfanotrofi presenti nel paese.

 

 

SIEM REAP

BRUNCH/PRANZO

ARTILLERY (Wat Bo Road): Lo stesso locale di Phnom Penh è presente anche a Siem Reap, con la stessa proposta di menù attento alle esigenze dei celiaci (sono segnati i piatti senza glutine).

 

SISTER’S SREY (200 Pokambor Avenue): delizioso café gestito da due sorelle australiane, di cui si nota la cura nei dettagli dell’arredamento, oltre che del menu light e simpatizzante vegan, con tante proposte segnate glutenfree.

 

CENA

SUGAR PALM (Street 27): Famoso per essere il ristorante dello chef da cui niente di meno che Gordon Ramsey è andato per farsi insegnare il fish amok, basta come biglietto da visita per una cena fantastica garantita.

 

MARUM (Phum Slokram): terzo ristorante-scuola, in un’atmosfera vivace e coloratissima. Piatto tipico? Frittata di formiche rosse! (Noi non abbiamo avuto il coraggio di provarla)

 

RED PIANO (Street 08): nel caos di Pub Street si trova questo ristorante tipicamente turistico, di gestione belga, che però offre anche piatti asiatici buoni e a prezzi ridotti. Data la mole di occidentali che lo frequenta, sono tutti molto informati sulle proposte senza glutine del menù.

 

SIHANOUKVILLE & OTRES BEACH

PRANZO

MARY BEACH (Otres Beach): Lo stabilimento di questo resort offre anche ai non clienti di pasteggiare sulla spiaggia e usufruire dei comodissimi lettini imbottiti. Il loro fried rice è davvero buono (forse perché gustato con i piedi sulla sabbia).

 

 

MAYBE LATER (Serendipity Beach, Sihanoukville): Stanchi di mangiare solo riso? Perché non prendervi un paio di corn tacos? Sono buonissimi e senza glutine!

 

 

CENA

STRAY CATS (Otres Village): di fianco a questo locale di musica jazz un signore francese e sua moglie thailandese offrono pochi piatti fatti amorevolmente e nel pieno rispetto della tradizione thai. Mai mangiato Pad Thai migliore!

 

 

KOH RONG

PRANZO/CENA

THE COCOHUT (Coconutbeach): Nel perfetto stile rilassato di quest’isola, i cambogiani che lo gestiscono preparano hamburger come riso con pollo e anacardi con la stessa serietà. Meglio specificare prima la necessità di mangiare “scondito” onde evitare problemi 🙂

 

 

NICE BEACH BUNGALOWS (Coconutbeach): Ottimi fried rice e Pad Thai offerti dai gestori di questi bungalows alla fine della spiaggia, per un prezzo decisamente ragionevole!

 

 

COCONUTBEACH BUNGALOWS (Coconutbeach): Non l’abbiamo provato, ma abbiamo sentito dire che anche il nostro alloggio offre piatti gustosi 😉

 

 

KOH RONG SAMLOEM

COLAZIONE/BRUNCH

BONG’S GUESTHOUSE (M’Pai bay): Abbiamo alloggiato in questa splendida guesthouse di legno proprio di fronte al molo di M’Pai Bay, dove offrono dalla colazione alla cena piatti tex-mex, occidentali e buonissimi!

 

 

PRANZO

DRIFTWOOD LOUNGE (Clearwater bay): Una palafitta di legno immersa nella giungla e affacciata su Clearwater Bay (lembo di sabbia raggiungibile con un’ora di escursione o con una imbarcazione via mare) che offre alloggio a new hippies e un pasto veloce a chi ci capita. Il loro riso con verdure è semplice ma speziatissimo!

 

CENA

THE FISHING HOOK (M’Pai Bay): un buffet di carne e pesce al BBQ, oltre a tante tipologie diverse di riso e contorni, con la dicitura che segnala la presenza di glutine o meno, è una piacevole scoperta in questa isola così lontana dalla civiltà.

 

KAMPOT

PRANZO

LA PLANTATION: Dopo il tour tra le coltivazioni di pepe perché non assaggiare il loro piatto tipico, il Nom Krouk: una sorta di piccolo pancakes di riso, cocco e speziati al loro pepe. Una delizia naturalmente senza glutine!

 

 

APERITIVO

FISH MARKET: Niente di meglio che sorseggiare un mojito con vista sul tramonto che cala sul fiume.

 

KEP

PRANZO

KEP CAFÉ (Kep Pier): Simpatico localino nascosto in un sentiero chiuso di fianco al molo di Kep (da cui partono le barche per l’Isola del Coniglio). Ottimo per un brunch o colazione a base delle intramontabili uova e bacon!

 

 

CENA

HOLY CRAB (Fish Market): Non a caso è citato su Tripadvisor come locale #1 a Kep, e se lo merita tutto! Il loro granchio intero cotto nel cocco e curry da sgusciare pezzo per pezzo è uno dei piatti migliori che abbia mai mangiato nella mia vita. E ho detto tutto!

 



2 thoughts on “No Toast goes to Cambogia”

  • Fantastico articolo Vicky!! Efficace, ricco, ottimamente scritto. Ti fa venir voglia di partire. Scrivi molto bene (sintassi scorrevole, lessico curato); foto più che buone. Il punto di forza è l’efficacia! Brava!

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